L’opera si ispira al libro “Suite francese” di Irène Némirovsky
La storia ha inizio al momento della conquista della Germania del suolo francese. È il 1940, e il continente europeo ha solo da poco iniziato a conoscere una tra le più brutali guerre di sempre. Nella città di Bussy la popolazione attende con timore l’arrivo delle truppe tedesche, e di ciò che questo potrebbe significare per la loro libertà. Ad essere preoccupata di ciò è anche Lucile Angellier, rifugiata parigina, che vive ora insieme all’austera suocera Madame Angellier. A spaventarla più di tutto, però, è la notizia che suo marito è stato fatto prigioniero dai nemici, non dando più notizie di sé. La giovane dovrà però contenere la propria paura nel momento in cui il giovane ufficiale tedesco Bruno von Falk viene alloggiato presso la sua abitazione.
La convivenza con l’uomo, con tutto ciò che egli rappresenta, non si rivela inizialmente facile. Ben presto, però, Lucile inizierà a sperimentare sentimenti contrastanti. Una parte di lei sembra risvegliarsi e desiderare con tutta sé stessa di poter intraprendere una storia d’amore con Bruno, ma allo stesso tempo sente che quell’unione sarebbe un tradimento non solo verso suo marito, ma anche verso il suo sofferente paese. Scissa tra tali sentimenti, Lucile dovrà imparare a conoscersi e conoscere ciò che più ardentemente desidera, assumendosi le responsabilità e i rischi delle sue scelte. Intorno a lei, intanto, l’intero paese tenta di reagire in modo diverso all’invasione, tra chi progetta contrattacchi e chi invece tenta di sopravvivere tradendo la patria.
Di comune accordo cercarono di dimenticare tutto ciò che fosse loro estraneo. “Tutto questo non ci riguarda, non è colpa nostra. Nel cuore di ogni uomo è di ogni donna resta una specie di Eden dove non ci sono né morte né guerre, dove le belve e le cerbiatto giocano in pace. Si tratta solo di ritrovare quel paradiso, rifiutando di vedere tutto il resto. Siamo un uomo e una donna. Ci amiamo”.
Dicevano a sé stessi che la ragione, perfino il cuore, potevano renderli nemici, ma che esisteva un’intesa che niente avrebbe potuto spezzare, la muta complicità che unisce in un comune desiderio l’uomo innamorato e la donna consenziente.
Da Suite Francese di Iréne Némirovsky
Dal catalogo
VIRTUAL ART EXHIBITION – BACK TO THE ROOTS di Elisabetta La Rosa
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RosaKa Achtung Krieg …. Nénmoins, Je t’aime.
Tecnica: acrilico su tela
100×50 cm
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Ci troviamo dinanzi ad un nuovo scorcio narrativo plasmato dall’essenza materica dell’opera Achtung Krieg.. Nénmoins, Je t’aime.
Ispirato all’opera incompiuta di Irène Némirovsky, pubblicata postuma in Francia solamente nel 2004 dalla figlia maggiore Denise Epstein.
Il testo è incentrato sulla disfatta militare subìta dalla Francia e l’occupazione tedesca del Paese, scrivendo la prima parte, intitolata Temporale di giugno, e la seconda Dolce; l’arresto e l’assassinio della Némirovsky, vittima delle leggi razziali del Regime di Vichy, lasciarono il testo incompleto.
Tecnicamente l’artista da vita ad una composizione che riesce ad assemblare la valenza pittorica di matrice introspettiva con un assetto geometrico delineato dall’intersecarsi dei fiori di fondo e del filo spinato sconfinando in una poetica geometrica di matrice trascendentale.
I corpi a loro volta sembrano richiamare il canone scultoreo soprattutto per la precisione muscolare e la contrapposizione degli arti delle due figure.
Straordinaria è la capacità dell’artista di plasmare una composizione sinestetica sconfinando nella commistione fra materia pittorica e letteraria
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