L’opera si ispiraal libro “Dell’amore e di altri demoni” di Gabriel García Márquez
Il romanzo è ambientato in Colombia ai tempi dell’inquisizione spagnola.
Il racconto narra la storia di una giovane marchesina dai capelli rossi, Sierva María de Todos los Ángeles che, figlia indesiderata di un pigro e annoiato marchese e di una contrabbandiera, cresce insieme alla servitù, imparando i dialetti africani degli schiavi e i loro rituali. L’odio profondo che le rivolge fin da bambina la madre e la totale indifferenza del padre fanno sì che la ragazza crescendo si isoli sempre più dal mondo civile, trovando conforto solo nella solitudine e affinando le sue capacità di mentire a tutti e su qualunque cosa.
Un giorno la ragazza viene morsa da un cane rabbioso e la paura che ella possa morire in un modo tanto atroce desta nel padre un amore per la figlia in precedenza mai provato. Ciò lo porterà ad affidarla alle cure inusuali di un discusso quanto talentuoso medico di nome Abrenuncio. Ciò nonostante, la malattia della ragazza peggiora, fino a farla ritenere posseduta dal demonio: il vescovo della città ordina al padre di rinchiuderla nel convento delle monache di clausura, dove la ragazza subisce i soprusi delle altre monache che la credono una creatura di Satana. Ad aiutare la ragazza interverrà un giovane prete, che cercherà di salvarla, dimostrando che non si tratta di possessione e tanto meno di mal di rabbia. Tra il prete e la bellissima ragazza si farà strada, mettendo a dura prova la fermezza di lui, il «demone più terribile», l’amore.
La passione tra vittima ed esorcista emerge quindi molto lentamente e solo nell’ultima parte del libro diventa esplicita. A controbilanciare l’amore sono poi sempre presente i demoni (da leggere demòni, come plurale di demonio): non quelli che presumibilmente si impossessano di Sierva Maria, ma quelli rappresentati dall’ottusità e dal perbenismo di chi non potrà mai accettare questo tipo di amore, rendendolo impossibile e tormentato.
Nel prologo dell’opera García Márquez sostiene di aver preso ispirazione da una leggenda raccontatagli dalla nonna, ma anche da un episodio molto particolare: l’autore afferma di aver comincato il suo libro dopo aver testimoniato a uno scavo da cui emersero i resti di una ragazzina i cui lunghissimi capelli rossi erano ancora attaccati al cranio e ancora continuavano a crescere, episodio che riproporrà nelle prime pagine del libro, in cui già sappiamo della morte finale della protagonista, pur non sapendo cosa la causerà.
Nel libro i due amanti leggevano poesie d’amore….quelle di Garcilaso de la Vega , come il
Scritto nella mia anima è il tuo gesto, e quanto ti scrivo che desidero; l’hai solo scritto, l’ho letto così da solo, che anche in te continuo a esserlo.
In questo sono e sarò sempre messo; che anche se non mi sta bene quanto vedo in te, di tanto bene ciò che non capisco credo, già prendendo la fede dal budget.
Non ero nato ma da amare; la mia anima ti ha tagliato a misura; per abitudine dell’anima ti amo.
Quando ho confessato che devo; per te sono nato, per te ho vita, per te devo morire, e per te muoio.
“Cayetano prese la mano di Sierva Maria e se la posò sul cuore. Lei vi sentì dentro il fragore della sua bufera.
«Sono sempre così» disse lui.
E senza lasciare tempo al panico si liberò della materia torbida che gli impediva di vivere. Le confessò che non passava un istante senza pensare a lei, e che tutto quando mangiava e beveva aveva il sapore di lei, che la vita era lei a ogni ora e ovunque, come solo Dio aveva il diritto e il potere di esserlo, e che il godimento supremo del suo cuore sarebbe stato morire con lei.
«E adesso?»
«Adesso nulla» disse lui. «Mi basta che tu lo sappia».
„Gli disse che l’amore era un sentimento contro natura, che dannava due sconosciuti ad una dipendenza meschina e insalubre, tanto più effimera quanto più intensa.“ “
Dal catalogo
VIRTUAL ART EXHIBITION – BACK TO THE ROOTS di Elisabetta La Rosa
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RosaKa Il folle demone dell’amore
Tecnica: Acrilici su tela
60×60 cm
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Un nuovo sguardo narrativo nell’opera Il folle demone dell’amore di Rosa Cacace, l’artista si ispira al libro “Dell’amore e di altri demoni” di Gabriel Garcia Marquez.
Un romanzo dalle caratteristiche singolari, in cui si raccontano le disavventure di una giovane ragazza rifiutata dalla famiglia ed accusata di essere posseduta. Solo le cure di un giovane prete le doneranno serenità e conforto.
L’artista correda l’opera di elementi simbolici che rimandano al romanzo di Marquez, interessante lo studio della luce che entra dalla finestra, squarciando le tenebre del dolore che contorna tutta la narrazione.
Rosa Cacace plasma una narrazione sinestetica, fondendo lo studio della figura di matrice surreale al concept di incipit Barocco, soprattutto nel taglio luministico che richiama la transveberazione di Santa Teresa d’Avila, ripercorrendo così le tappe salienti della storia dell’arte.
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