Ispirato alla leggenda della nascita del melograno
Immaginatevi come poteva essere il mondo rinchiuso in un perpetuo inverno. La frutta non matura come dovrebbe, il freddo si porta via più persone di quelle che avrebbe portato via, non si sa più cosa siano i fiori e il verde. Tutto è rappresentato dal candido manto della neve che cade soffice sui rami e che congela con il passare della notte.
Questa è l’ira di Demetra.Un’ira così profonda da dimostrare tutta la sua potenza con il freddo.
Avevano rapito Persefone, la figlia, colei che doveva imparare e apprendere da lei stessa, come trattare la natura.
Una parte fondamentale, un custode, era stata portata via.
Persefone stava raccogliendo fiori e quando mise mano a uno dei fiori più belli del campo: il narciso, la terra si aprì sotto di lei con un grosso rombo e finì tra le braccia di Ade.
Questo stufo del rimanere da parte a guardarla, si era infatuato di lei a tal punto dal compiere quell’atto.
Zeus preccupato per il proggredire di quella stagione, di quel freddo, che metteva a disagio, inviò il suo messaggero da Ade per chiedergli di liberare la bella Dea.
Non fu un atto di materialismo a suo parere…non voleva possederla, ma ne era così tanto legato da sentire un forte legame con lei che lo stringeva e soffocava sempre di più, quando le stava lontano e per porre fine alla sua sofferenza commise l’errore di rapirla. Lui ubbidì e disse a Persefone che poteva andare, ma gli offrì il seme del melograno, e amaliata, attirata da quel sentimento che si faceva via via strada nel suo cuore…Mangiandolo accettò inconsapevolmente di passare sei mesi con la madre sulla terra e sei mesi con Ade, come sua sposa, negli inferi. E così il melograno diventa simbolo: simboleggia la vita e quindi il passaggio da uno stato d’inattività (la morte) ad uno di attività (la vita). La scintilla.
E al tempo stesso simbolo di fertilità, nel momento in cui lei assume il seme di melograno, ritorna sulla terra per dar via a una nuova vita.
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